La “dinamo” - macchina che converte l’energia meccanica in energia elettrica - è stata emblematica nel futurismo, ha rappresentato l’espressione della tempra e del vigore insiti in quel movimento d’avanguardia.
Il titolo della pièce teatrale che accosta la dinamo a New York vuole proporre una riflessione sul sogno americano, ovvero la speranza di chi approdava nel nuovo mondo, di avere la possibilità di raggiungere la prosperità economica attraverso il duro lavoro e la tenacia nel superare ogni ostacolo.
L’artista Fortunato Depero e il pianista-compositore George Antheil - interpretati rispettivamente da Massimiliano Speziani e Andrea Rebaudengo - non si sono mai conosciuti, pur definendosi entrambi “futuristi” e avendo frequentato gli ambienti artistici della New York degli anni Trenta del XX secolo.
Grazie allo spettacolo DinAmo New York i due artisti si incontrano idealmente dando vita a un duetto che prevede la recitazione di testi autobiografici di Depero e l’accompagnamento delle musiche per piano di Antheil.
Al centro del palcoscenico appare l’oggetto del desiderio di entrambi i personaggi: Dinamopoly, la vitalistica città di New York rappresentata da un’installazione, una ricostruzione tridimensionale, seppur fantastica, della metropoli, imponente e bella ma con inquietanti presenze, King Kong al culmine di un grattacielo, un alieno che allude all’annuncio radiofonico di Orson Welles, durante il programma del 30 ottobre 1938, quando informa il pubblico dell’invasione dei marziani; e infine la Subway, luogo contrapposto alla vita cittadina che si svolge in superficie, offre ai viaggiatori uno spazio angusto e tentacolare ma di sostentamento all’intera città. Dinamopoly, anch’essa protagonista, contende la scena al musicista e all’attore, vive e palpita in un video proiettato alle spalle dei protagonisti, amplificando così la percezione e l’immaginazione di chi guarda.
Andrea Rebaudengo: pianoforte
Massimiliano Speziani: voce
Gaetano Cappa: regia
Dinamopoly è di Gaetano Cappa
Prodotto dall’Istituto Barlumen